Prosegue a grandi passi la serie di incontri con i finalisti del premio letterario giunto alla sua 25esima edizione. Anche per Durastanti doppio appuntamento alassino al Diana e in Piazza della Libertà.
Dopo Giannubilo e dopo Magliani ad Alassio arriva Claudia Durastanti, terza finalista del premio letterario Alassio Cento libri – Un Autore per l’Europa.
E’ un calendario fitto di appuntamenti quello che a grandi passi scorre verso il Festival della Cultura di Settembre per festeggiare i primi 25 anni del premio e nel corso del quale sarà annunciato il vincitore.
Ne frattempo, venerdì 19 luglio alle ore 18.30 sulla Terrazza del Diana Grand Hotel di Alassio si terrà il consueto aperitivo con l’autore, una gradevole novità di questa edizione che nel consentire un contatto più diretto e conviviale con i finalisti permette di comprenderne meglio stili, e percorsi.
Domani sarà appunto la volta di Claudia Durastanti e del suo “La Straniera” edito da La Nave di Teseo.
L’autrice incontrerà poi il pubblico la sera alle 21.30 nella Piazza del Comune intervistata dal giornalista e linguista Vittorio Coletti che la aiuterà a guidearci tra le pagine de “La Straniera”
E “La straniera” del titolo è proprio Claudia. Ma lei lo vive con una marcia in più sulle sue radici.
E Claudia Durastanti, nata a New York, trasferitasi in Basilicata da bambina e ora cittadina di Londra è la giovane scrittrice 35enne nella rosa dei 6 finalisti del Premio alassino.
Nel libro dice che essere stranieri non vuol dire non avere radici, ma averne molte. Essere straniera, per Claudia Durastanti, è un “inconveniente” positivo, significa avere più radici, far parte di una grande patria immaginata, fatta di America, Italia e Inghilterra mescolate insieme. Disabilità, emigrazione: sono questi i temi del libro.
“Volevo scrivere un libro sui vari modi di stare al mondo. Sui modi di sentire, di cui il non sentire è un’espressione. Su che lingua parliamo, a prescindere dall’essere sordi o meno”. Lei ha molteplici sfumature anche nella scrittura. Scrive sia in italiano che in inglese.
Questo per Claudia è un romanzo che parla della sua vita, figlia di genitori entrambi sordi: e quando si tratta di disabilità non pensiamo che sia anche una questione di identità. In Italia si fa fatica a considerare la disabilità, e in particolare la sordità che viene considerata una disabilità invisibile, come un aspetto della vita.
Cosa significa per Claudia scrivere oggi: risponde che la letteratura in Italia vive in provincia e “ per me è stato bello riconciliarmi con questa profonda fame di lettura nelle realtà più piccole. E la letteratura vive tantissimo di lettrici più che di lettori, in Italia più che altrove”. La straniera non è un diario e nemmeno un romanzo, ma un po’ le due cose insieme, un memoir che inizia con una storia che l’autrice non ha vissuto – l’incontro fra mamma e papà, la vita dell’uno e la vita dell’altra. Poi si innesta la sua di vita. E’ una narrazione che procede a pezzi, come un puzzle che frammenta la storia e alcuni di questi frammenti sono piuttosto autonomi.
La sua è una visione idilliaca dell’America, vista con gli occhi di chi in America ci è nata. Nel narrare i fatti reali della sua vita, Claudia Durastanti mantiene un certo distacco: quasi a volerla guardare dal di fuori.
c.s.
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