L’emergenza sanitaria internazionale dovuta alla pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova anche il Sistema Sanitario Nazionale.
Per fronteggiare il dilagare del contagio, la ASL2 allineandosi alle direttive governative ha imposto la sospensione di tutte le attività ambulatoriali e chirurgiche senza carattere di urgenza e molti reparti specialistici hanno dovuto rimodulare la propria organizzazione interna per garantire il turnover del personale sanitario nelle strutture adibite all’assistenza dei pazienti infetti.
In questo scenario senza precedenti, il Reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, pur non tralasciando di dare il proprio contributo ai colleghi impegnati in prima linea, ha finalizzato un nuovo percorso terapeutico nella gestione dei tumori cerebrali, preceduto dalla fase di formazione, adeguandosi agli standard di trattamento più moderni ed efficaci riconosciuti in ambito internazionale.
«Grazie alla collaborazione del Servizio di Neuroradiologia diretto dal Prof. R. Padolecchia e del Servizio di Neurofisiopatologia diretto dal Dr. F. Centanaro – dichiara il Direttore f.f. della Neurochirurgia, Dr.ssa B. Cagetti – è stato infatti possibile apportare due importanti innovazioni tecniche che, come emerge dagli ultimi studi clinici pubblicati su riviste internazionali specializzate, hanno un impatto significativamente positivo sulla sopravvivenza dei pazienti affetti da tumori cerebrali primitivi maligni e secondari, sul tempo libero da riprese di malattia e sulla qualità di vita post chirurgica dei pazienti.»
«Grazie al monitoraggio intraoperatorio delle funzioni motorie e sensitive e alla stimolazione diretta delle aree del cervello deputate a tali funzioni – continua – si riesce infatti a disegnare una sorta di mappa, sulla traccia delle immagini raccolte in fase preoperatoria con studi di risonanza magnetica, attraverso la quale il neurochirurgo viene guidato nella salvaguardia di zone altamente funzionali durante l’asportazione della neoplasia. Inoltre si è introdotto un’ ulteriore innovazione: l’uso di particolari farmaci coloranti (5-Alanina e/o fluoresceina sodica) che, previo consenso informato, vengono assunti dal paziente prima dell’intervento, grazie alle particolari dotazioni del microscopio operatorio in uso al Santa Corona, uniche nella Regione, ci permette di aumentare sensibilmente la percentuale di tumore asportata. Tali farmaci infatti attraverso l’emissione di fluorescenze che vengono captate attraverso i filtri del microscopio operatorio, mostrano aree tumorali normalmente non visibili alla luce bianca e possono così essere visualizzate e rimosse in sicurezza.»
«Ad oggi – prosegue la Dr.ssa Cagetti – grazie alla preziosa e stimolante collaborazione della nostra equipe, abbiamo applicato la tecnica già su quattro pazienti, ottenendo risultati estremamente soddisfacenti sia radiologici (al controllo RM post operatorio precoce) sia clinici».
Tutto ciò rappresenta senza dubbio un’offerta terapeutica all’avanguardia e una prospettiva di speranza per i malati di tumore cerebrale, nonostante le difficoltà sanitarie scatenate dalla pandemia in corso.
c.s.
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