Tra aprile e giugno saldo leggermente negativo (-0,16%) per la filiera delle microimprese liguri, tiene il manifatturiero (-0,02%) e calano le costruzioni (-0,3%). Tra le province, dati positivi alla Spezia e Imperia, il calo più pesante a Genova (-0,7%).
Secondo trimestre vicino alla stabilità per l’artigianato ligure, dopo un finale di 2018 piuttosto negativo (-1%). Secondo gli ultimi dati Infocamere-Movimprese, su un totale di 43.194 microimprese artigiane ligure attive, nel secondo trimestre si contano 905 aperture e 974 chiusure, per un saldo finale leggermente negativo dello 0,16%. In Italia la filiera artigiana incrementa le proprie unità dello 0,2%: 24.591 aperture e 22.044 chiusure, su un totale di quasi 1 milione e 291 mila microimprese attive.
In Liguria manifatturiero e costruzioni, i due principali settori di attività artigiana, segnano rispettivamente un lieve calo dello 0,02% e dello 0,3%: il manifatturiero conta 7.024 microimprese all’attivo (132 aperture e 134 chiusure), mentre l’edilizia chiude il trimestre con 20.766 realtà attive (444 aperture e 506 chiusure). In Italia i due settori segnano rispettivamente un calo dello 0,08% e una leggera crescita dello 0,3%.
«Numeri che, complessivamente, indicano un rallentamento dell’emorragia di imprese soprattutto nel settore manifatturiero e che, a livello provinciale, mettono in evidenza il maggior calo delle imprese genovesi – sostiene Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – Restano comunque dati da commentare con prudenza, confidando che vengano confermati anche nei prossimi trimestri e ci aspettiamo, per risalire la china, che sia ridotta a livello nazionale la tassazione e che sia dato ossigeno al settore attraverso la riapertura autunnale dei bandi regionali».
Entrando nel dettaglio provinciale, in effetti la situazione risulta diversificata. A Genova, tra aprile e giugno, la filiera artigiana conta 22.149 microimprese, 479 nuove aperture d’attività e 638 chiusure. Il calo è dello 0,7%. Nel trimestre aprono 74 realtà manifatturiere, ne chiudono 78 (-0,1%), su un totale di 3.683 microimprese del settore. Per quello che riguarda le costruzioni, 233 aperture e 329 chiusure (-0,9%), su 10.462 realtà.
Si mantiene quasi invariato il numero delle microimprese artigiane a Savona, che a fine giugno 2019 segna un -0,06%, frutto di 153 aperture contro 158 cessazioni di attività, su un totale di 8.721 realtà all’attivo in provincia. Nel dettaglio, la filiera manifatturiera si riduce dello 0,3% (1.365 microimprese, 17 aperture e 21 chiusure), mentre le costruzioni perdono appena lo 0,07% (83 nuove attività contro 86 saracinesche chiuse, su 4.363 microimprese totali del settore).
Migliora la situazione alla Spezia, che segna un +0,76% complessivo sull’artigianato provinciale: le aperture (118) superano le chiusure (78) e il numero delle microimprese si attesta sulle 5.238 unità. L’edilizia cresce dello 0,6%, con 2.169 realtà attive, 53 aperture e 39 chiusure. Leggero segno meno invece per il manifatturiero (962 microimprese totali, -0,1%): le chiusure superano le aperture di appena un’unità (20 contro 19).
Segnali positivi a Imperia. L’artigianato provinciale cresce di 55 unità nel trimestre (155 nuove realtà e 100 chiusure), per un trend in progresso dello 0,8% su un totale di 7.086 microimprese attive. Crescono edilizia e manifatturiero, rispettivamente dello 0,6% e dello 0,7%. Nel primo caso, sulle 3.772 microimprese totali, si contano 75 nuove attività e 52 chiusure nel trimestre. Le attività manifatturiere si attestano sulle 1.014 unità produttive totali, con 22 aperture e 15 chiusure nel corso dei tre mesi.
c.s.
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