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Solo nel 32,5% dei Comuni liguri è possibile svolgere e portare a termine online l’intero iter di un servizio per l’attività economica. Grasso (Confartigianato): «Necessario colmare gap digitale, a maggior ragione in questo periodo di emergenza»

Genova. Solo nel 32,5% dei Comuni liguri si riesce a svolgere e completare online l’intero iter di un servizio utile all’attività economica di un’impresa. Nemmeno un Comune su tre. Il dato emerge dall’ultimo report dell’Istat (2020) “Pubblica amministrazione locale e Ict”, analizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato.

L’analisi parte dalla considerazione che molti servizi pubblici essenziali per l’attività economica, in particolare per il settore delle costruzioni, sono in capo alle amministrazioni comunali e mette poi in luce quanto sia difficile in Italia riuscire a svolgere telematicamente almeno uno tra 24 servizi presi in esame. A offrire questa possibilità alle imprese è appena il 48,3% dei Comuni italiani, meno della metà del totale. In questo contesto la Liguria non eccelle: il suo 32,5% la posiziona al quartultimo posto in Italia. Fanno peggio solo Abruzzo (28,6%), Sicilia (27%) e Molise (23%). Tra le regioni con i Comuni più virtuosi e “tecnologici” spiccano invece il Veneto (70,8%), Lombardia (62,9%) ed Emilia-Romagna (62,4%).

«Una dimostrazione di quanto sia ancora carente la relazione digitale tra Comuni e micro e piccole imprese – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – le quali rappresentano, tra l’altro, la parte imprenditoriale che maggiormente soffre questo “gap” tecnologico: spesso gli artigiani devono accollarsi in prima persona lo svolgimento delle pratiche burocratiche, che sarebbe molto più veloce, efficiente e sicuro se eseguito online, evitando così perdite di tempo e denaro. A maggior ragione in un periodo di grande attenzione alla sicurezza, come quello che stiamo affrontando».

Le criticità tra imprese e PA non si sono attenuate durante la crisi Covid-19, anzi: come ha dimostrato il recente sondaggio “Effetti del coronavirus sulle MPI” realizzata da Confartigianato, su un campione di 3 mila imprese in Italia, gli effetti della pandemia hanno inciso negativamente su questo rapporto, già di per sé molto complicato: elevate problematiche nell’accesso agli sportelli e ai servizi web sono state segnalate da molte realtà imprenditoriali, soprattutto da quelle edili.

A tal proposito solo il 15% dei Comuni italiani prevede l’avvio e la conclusione per via telematica dell’intero iter relativo ai permessi di costruire: mancano all’appello della completa gestione online di questo servizio ben 6.760 Comuni. Il digital gap si ripercuote sulla scarsa efficacia del servizio: secondo la classifica di Doing Business (Banca Mondiale, 2020), il processo di ottenimento dei permessi edilizi in Italia è più lungo e più costoso rispetto alla media dei Paesi dell’Unione Europea.

Nonostante la crescente disponibilità di strumenti informatici l’87,8% delle PA locali utilizza ancora strumenti analogici (timbri, firme, sigle) nella protocollazione. E solo un dipendente delle pubbliche amministrazioni locali su 10 ha seguito corsi di formazione in materie informatiche.

c.s.

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