Ore di tensione in Liguria per l’ultima ondata di maltempo che ha raggiunto la regione, con l’allerta diramata su tutto il territorio, e che al momento ha colpito principalmente Genova e provincia: il totale dei comuni liguri risultano avere almeno parte del territorio a rischio idrogeologico con elevata pericolosità di frane e media pericolosità idraulica, per un totale di circa centomila persone che vivono in zone a rischio alluvioni.
È quanto afferma Coldiretti Liguria, sulla base dei dati Ispra, in occasione dell’ultima ondata di maltempo che ha portato, nella giornata di ieri, all’emanazione da parte della protezione civile, dello stato di allerta gialla nel ponente e arancione nel medio e levante, con la conseguente chiusura delle scuole. I cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con trombe d’aria, grandinate e vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono su un territorio reso più debole dalla cementificazione e dell’abbandono delle aree marginali, ma anche della mancanza di programmazione adeguata che valorizzi il ruolo di chi vive e lavora sul territorio come gli agricoltori. A questa situazione non è infatti certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato a livello nazionale le campagne del 15 per cento e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata determinanti nel mitigare il rischio idrogeologico.
«Il nostro è un territorio che ha bisogno di grandi cure – commentano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – la morfologia del suolo, associata all’abbandono delle terra e alla cementificazione smisurata della costa, l’hanno reso sempre più fragile e inadeguato ad adattarsi ai cambiamenti climatici di questi ultimi anni. Proprio per questo non ci possiamo permettere di perdere altra campagna, dal momento che nessun comune della nostra regione può ritenersi totalmente al sicuro dai rischi idrogeologici. Per salvaguardare il nostro territorio bisogna cercare di favorire il lavoro delle aziende agricole presenti, agevolare l’apertura di nuove, e facilitare la riconversione delle terre incolte e abbandonate in terreni agricoli. Quindi per proteggere la terra e i cittadini occorre creare le condizioni affinché si contrasti la scomparsa della campagna, garantendo un giusto reddito agli agricoltori e valorizzandone il ruolo ambientale, anche attraverso l’approvazione della nuova legge sul consumo di suolo».
c.s.
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