Il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, su indicazione del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, ha programmato un’intensa attività di monitoraggio ambientale volta a “fotografare” lo stato del mare, con l’obiettivo di acquisire informazioni e dati scientifici nei tratti di mare di particolare pregio, come le Aree Marine Protette e le aree ad esse limitrofe, durante il periodo di lockdown e nella fase immediatamente successiva.
L’iniziativa nasce dal visibile miglioramento delle condizioni generali degli habitat naturali, causato dallo stato di emergenza provocato dalla diffusione del COVID-19, che ha determinato una notevole diminuzione delle attività industriali e del numero delle persone presenti non solo nelle città, ma anche nei porti e nelle spiagge, di solito affollate da bagnanti e diportisti già in questo periodo dell’anno.
In alcuni ambienti la Capitaneria di Porto ha rilevato un notevole miglioramento in campo ambientale, che si è potuto apprezzare, ad esempio, dal ripopolamento di aree prettamente antropiche da parte di alcune specie di animali.
In questa cornice, la campagna di monitoraggio, avviata lo scorso mese di Aprile – il cd. “punto zero” – sta proseguendo in tutta Italia con il coinvolgimento dei 5 nuclei subacquei della Guardia Costiera e di tutti i comandi territoriali.
In particolare l’attività è finalizzata ad analizzare e comparare i dati acquisiti in mare durante il periodo di lockdown, con quelli registrati prima dell’emergenza e quelli che si stanno acquisendo nella successiva fase 2.
Nello specifico, le informazioni saranno recepite tramite:
- una misurazione con criteri scientifici dello stato di salute del mare, grazie al contributo fondamentale delle Arpa regionali ed al ruolo centrale di coordinamento e supporto scientifico fornito da ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nel quadro del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente, che operano unitamente al personale specializzato del Corpo;
- le rilevazioni di immagini subacquee della flora e fauna marina con l’impiego dei nuclei sub della Guardia Costiera, dislocati lungo il territorio nazionale;
- il censimento degli avvistamenti inconsueti di specie marine in prossimità di aree di norma fortemente antropizzate.
Un’attività integrata che ha lo scopo di fornire al Ministero dell’Ambiente, che ha fortemente voluto e dato impulso a questa iniziativa, il complesso dei dati progressivamente reperiti, raccolti ed analizzati, anche allo scopo di permettere una più agevole individuazione delle eventuali fonti di inquinamento marino.
Per la Liguria, la Direzione marittima di Genova e gli operatori di Arpal stanno effettuando i prelievi in 24 aree di mare distribuite lungo l’intero litorale. I cosiddetti “transetti” regionali sono stati appositamente individuati in funzione dell’esistenza di un adeguato storico di dati nei precedenti anni. Ciascuna area è peraltro oggetto di campionamento in diversi punti e l’attività si prevede continuerà fino al termine del corrente mese di maggio.
Questa attività integra le altre azioni sul mare già svolte in sinergia dalla Guardia costiera e Arpal: dalla balneazione alla qualità delle acque, dalla tutela dell’ambiente marino costiero alla sicurezza della navigazione nel Mar Ligure.
c.s.
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