“AUTO IN FOTOCOPIA”: sempre più spesso la clonazione dei dati identificativi e l’alterazione dei documenti di circolazione consente alle organizzazioni criminali la reimmissione sul mercato di veicoli di provenienza illecita perché provento di furto o anche di appropriazione indebita. Azioni delittuose il più delle volte sono portate a termine sul territorio nazionale ma di certo non meno significative sono quelle in cui l’approvvigionamento del veicolo avviene all’estero.
Sul fenomeno, negli ultimi tempi, a conclusione di uno specifico monitoraggio sul territorio nazionale la Polizia Stradale, attraverso il lavoro delle Squadre Regionali di Polizia Giudiziaria, ha avviato verifiche a tappeto sulla documentazione acquisita all’atto delle immatricolazioni di veicoli provenienti dall’estero dalle Agenzie e dalle locali Motorizzazioni civili. L’azione di contrasto si è particolarmente rafforzata anche grazie alla collaborazione tra i collaterali uffici di Polizia e al supporto delle banche dati che coinvolgono anche case costruttrici.
Moltissime le pratiche al vaglio degli investigatori dalle quali stanno emergendo tecniche truffaldine utilizzate dalle organizzazioni criminali. Il lavoro degli operatori delle squadre di Polizia Giudiziaria è altamente professionale, non si limita alla semplice verifica documentale ma ogni anomalia riguardante i dati identificativi viene sottoposta al vaglio di personale esperto per ulteriori accertamenti tecnici sul veicolo che, con assoluta certezza, riconducono alla sua reale identità.
Si tratta in gran parte di veicoli rubati o appropriati indebitamente in Italia o all’estero i cui dati identificativi vengono abilmente alterati ricalcando quelli di veicoli circolanti in altri Paesi, da cui solitamente provengono i documenti di circolazione utilizzati per l’immatricolazione. Altre volte invece, per rinnovare l’identità del veicolo, vengono utilizzati documenti rubati in bianco. Le pratiche truffaldine raffigurano il classico caso di un clone: una vettura circola contestualmente in due paesi, e organizzazioni criminali specializzate si occupano di tutto, dal procacciamento del veicolo all’alterazione dei dati, alla fornitura dei documenti per il restyling totale del veicolo. Talvolta invece un’unica organizzazione gestisce tutto il riciclaggio.
Nel 2017 di tutti i veicoli di provenienza estera immatricolati in Italia, il 44% proveniva dalla Germania, il 20% dalla Spagna e circa il 10% dalla Francia. I tre paesi insieme rappresentavano il 74% delle pratiche di nazionalizzazione richieste in Italia.
Nel 2018 invece il 43% proviene dalla Germania, il 27% dalla Spagna, il 10% dalla Francia incrementando la soglia delle immatricolazioni estere sino ad arrivare all’ 81%.
Dal 2017 al primo semestre 2018 la Polizia stradale ha controllato 15.627 fascicoli per l’immatricolazione di veicoli provenienti dall’estero. Per 760 di essi si è proceduto al sequestro per irregolarità o incongruenze nella documentazione deposita agli atti. Sono stati inoltre sequestrati 98 veicoli e denunciate 73 persone per ricettazione, riciclaggio e utilizzo di falsa documentazione.
La Squadra Regionale di Polizia Giudiziaria del Compartimento della Polizia Stradale per la Liguria ha effettuato verifiche, analizzando i dati relativi alle pratiche di nazionalizzazione di veicoli, presentate presso le sedi provinciali della Motorizzazione della nostra regione.
Nel 2018, in Liguria sono state presentate 2710 pratiche di nazionalizzazione, ed in particolare 2.003 a Genova, 202 ad Imperia, 241 a Savona e 270 a La Spezia.
Dopo un’attenta analisi dei dati, sono stati effettuati mirati controlli e verifiche presso le sedi provinciali delle relative Motorizzazioni, tenendo presenti alcuni fattori di rischio sintomatici e rivelatori tra i quali:
- Marca e modello del veicolo (analizzando brand e modelli più ricorrenti);
- Paese di provenienza delle autovetture (Germania, Francia, Spagna ed altre nazioni che possano risultare numericamente significativi).
Complessivamente sono stati individuati ed analizzati con attenzione circa 300 casi che presentavano fattori di rischio; 50 sono state ritenute meritevoli di ulteriori approfondimenti e fra questi sono stati scoperti 15 veicoli oggetto di ricerche in ambito Schengen, sequestrando la falsa documentazione presentata per ottenere le nazionalizzazioni.
Tra i veicoli sequestrati a seguito dell’attività di indagine, si segnalano le autovetture gestite da un sodalizio criminale di Novara, che aveva nazionalizzato diverse autovetture “taroccate” fra cui una BMW X4, due Mini Countryman, una Opel MOKKA ed un’Audi Q5. Le auto, che si trovavano in diverse zone di Italia, venivano segnalate agli uffici competenti della Polizia Stradale che, dopo aver identificato correttamente i veicoli, risalendo ai numeri di telaio originali, provvedevano al loro sequestro.
Due di queste risultavano nazionalizzate a Savona e, dall’analisi dei documenti, si era notato che per entrambe le auto era stato indicato lo stesso numero di targa spagnolo; i numeri di telaio riportati sui documenti e stampigliati sulle autovetture, non risultavano però essere mai stati immatricolati in Spagna.
Lo studio di altre pratiche analoghe, presentate dagli stessi soggetti, ha poi consentito di reperire le altre autovetture.
Sempre dall’attività di analisi delle pratiche di nazionalizzazione, questo Compartimento ha individuato due “filoni” relativi ad autovetture di proprietà di società di autonoleggio spagnole, francesi e portoghesi, denunciate nei rispettivi paesi come oggetto di appropriazione indebita.
Le autovetture venivano noleggiate da società in numero di diverse decine per essere rinoleggiate a privati; per diverse di loro però, non veniva più pagato il canone alla società proprietaria né venivano restituite. Questo Ufficio riusciva ad accertare che alcune di loro erano state commercializzate in Italia e vendute ad ignari acquirenti tramite alcuni commercianti di auto la cui posizione è tuttora al vaglio della Magistratura.
Il fenomeno ha riguardato diverse regioni italiane e questo Compartimento ha segnalato, per il successivo sequestro, ben 13 autovetture, tre delle quali erano state vendute da una concessionaria auto di La Spezia.
E’ il caso di ricordare che spesso un prezzo all’apparenza conveniente, ma assai al di sotto di quello di mercato, invoglia ad acquistare l’autovettura da sempre agognata. Dietro queste offerte eccessivamente vantaggiose si potrebbero celare delle truffe, con il rischio di perdita dell’autovettura e del denaro versato.
È consigliabile procedere con cautela nell’acquisto di un veicolo, rivolgendosi a venditori affermati sul mercato. Inoltre, è opportuno prestare la massima attenzione agli acquisti in rete, verificando sempre, con molta attenzione, la documentazione che viene fornita.
Ogni passaggio può essere affrontato, in maniera più agevole, con l’ausilio di studi di consulenza automobilistica autorizzati.
In caso di sospetti circa l’illegittima provenienza del veicolo, ci si potrà rivolgere senza indugio alla Polizia Stradale.
c.s.
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