Il Sindaco di San Bartolomeo al Mare: “Ad agosto pagheremo il conto degli altrui disservizi […] Aspettiamo da due anni una rendicontazione contabile. Ci promettono bypass e poi scompaiono”.
«Da due anni chiediamo di ricevere la rendicontazione di Rivieracqua, per poter fare le opportune verifiche e provvedere ai pagamenti. Nello scorso ottobre ho chiesto di dar vita ad un tavolo di lavoro regionale per trovare una soluzione ai problemi dell’approvvigionamento idrico del Golfo dianese. Siamo a maggio 2018, non abbiamo i conti e non abbiamo nessuna proposta operativa di bypass, nonostante una settimana fa ci sia stato un incontro tecnico-politico nel quale ci era parso che si volesse tempestivamente correre ai ripari. Ora vien fuori che – sulla scia della convocazione del Consiglio comunale monotematico di Sanremo – i Comuni del Golfo dianese sarebbero i potenziali killer di Rivieracqua. E’ una situazione paradossale. Quelli che ad agosto pagheranno il conto dei disservizi altrui siamo noi».
Valerio Urso, Sindaco di San Bartolomeo al Mare, interviene nuovamente sulla questione Rivieracqua: «È un argomento sul quale ognuno interviene, commenta e interpreta, e ritengo sia opportuno fare dei chiarimenti: i Comuni del dianese, che vengono chiamati in causa quali potenziali carnefici di questa società, chiedono da anni che venga inoltrata una corretta documentazione circa le spese sostenute sul nostro territorio. Non l’abbiamo mai ricevuta! Veniamo sistematicamente accusati di aver inciso negativamente sui bilanci di Rivieracqua, quando è chiaro che i Consigli di Amministrazione che sino alternati alla guida di questa società pubblica hanno creato un debito di circa 6 milioni di euro. Confido che la Magistratura e la Guardia di Finanza – che stanno facendo le indagini – ci diano al più presto informazioni su chi ha generato questi problemi. E’ una situazione di disagio pesantissima, che non abbiamo mai mancato di sottolineare ogni volta che abbiamo incontrato il Presidente del CdA di Rivieracqua, dott. Mangiante. Una situazione che blocca le attività di manutenzione straordinaria che sono vitali per un territorio a vocazione turistica come il nostro, soprattutto con l’approssimarsi della stagione estiva».
«Progressi non ce ne sono stati – prosegue Urso –. La scorsa settimana c’è stato un incontro tecnico-politico per cercare di trovare una soluzione ponte alle possibili crisi idriche che si potrebbero verificare durante il periodo estivo qualora l’adduzione principale – come purtroppo spesso accade – dovesse rompersi, soprattutto nella zona dell’imperiese. Se in un primo tempo era sembrato che si volesse provvedere rapidamente, ora devo prendere atto che – con un modus operandi ormai ben noto e consolidato – l’atteggiamento di Rivieracqua, che anche in quella riunione era rappresentata da un membro del CdA, risulta lo stesso di sempre: il silenzio più totale e la convinzione per noi che dovremo arrangiarci da soli come sempre. Che fare? Dobbiamo forse seguire il suggerimento di alcuni colleghi che pensano di compiere un gesto eclatante?».
«Bisogna rendersi conto – conclude Urso – che noi siamo in emergenza. Non è possibile che, di fronte a questa situazione, ci sia chi specula politicamente. Nessuno si deve offendere, bisogna prendere in mano la situazione e aiutarci a risolverla, senza aspettare ulteriormente. E gli altri Comuni devono prendere atto che con la nostra bollettazione siamo la stampella di Rivieracqua: che i cittadini dei nostri comuni stanno sostenendo da soli il costo di Rivieracqua che invece dovrebbe essere condiviso tra tutti i Comuni della provincia, come era in origine previsto».
c.s.
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