Sopralluogo ieri mattina in piazza Banchi, dove nel corso dei lavori per il Museo della Città, sono venuti alla luce un ampio settore della Genova medievale insieme a prime tracce di epoca romana. Arricchiranno il percorso museale in uno straordinario viaggio nel tempo.
Genova. Ieri mattina i tecnici della Soprintendenza e del Comune di Genova hanno svolto un sopralluogo presso la Loggia di Banchi dove, grazie ai lavori di realizzazione del Museo della Città (sostenuti dal contributo di Compagnia San Paolo), è stato possibile portare alla luce un intero settore dell’originario insediamento medievale.
Erano presenti anche la Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia, Manuela Salvitti, l’assessore comunale alle politiche culturali Barbara Grosso, l’assessore alla cultura della Regione Liguria Ilaria Cavo e il presidente del Municipio Centro est Andrea Carratù.
I rinvenimenti rappresentano una testimonianza preziosa di come la zona di Banchi attraverso i secoli abbia svolto il fondamentale ruolo di crocevia strategico tra il porto e la città. Strade e interi edifici, coperti nel 1595 con la costruzione della grande Loggia dei Banchi, sono emersi dagli scavi e sono un’eccezionale ed intatta testimonianza della grande Genova tardo cinquecentesca.
La storia di questi edifici è leggibile nella sovrapposizione delle loro murature a partire dal XII-XIII secolo, mentre al di sotto di esse sono emersi i primi livelli di epoca romana, ricchissimi di frammenti di anfore provenienti dalle navi che attraccavano in porto.
Le indagini strumentali e i primi interventi archeologici condotti nel mese di aprile avevano già messo in evidenza strutture sepolte e, in particolare, una grande cisterna con volta in mattoni, di poco precedente la costruzione della Loggia nel 1595. Successivamente, sopravvenute necessità di cantiere e accorgimenti progettuali hanno consigliato l’ampliamento delle indagini su un’area più vasta; è emerso quindi un importante complesso archeologico rappresentato da una serie di edifici a carattere residenziale e commerciale, sorti tra XII-XIII secolo sull’antica viabilità extraurbana. All’interno di questi si possono individuare chiaramente i loggiati in pietra con lavorazione a bugnato, le botteghe e i magazzini seminterrati che ancora conservano i loro caratteristici scivoli e pozzi di carico e scarico per le merci, e forse la grande torre degli Usodimare, un’antica e nobile famiglia di commercianti, navigatori e armatori genovesi insediata in questo specifico settore della città.
La collocazione urbana della Loggia e della piazza, immediatamente all’esterno della prima cinta muraria romana e altomedievale, riflette e accoglie quella funzione sociale di luogo di incontro e scambio che la zona ricoprì fin dalle origini: prima zona di mercato, quindi piazza per gli scambi commerciali, poi sede delle Borse Merci e Valori, infine zona di snodo dei flussi turistici cittadini e contenitore di attività culturali; luogo di incontro quindi, di scambio, di confronto, che conserva ancora oggi – nonostante le trasformazioni subite dalla città nei secoli – questa particolare caratteristica.
«I recenti rinvenimenti archeologici – ha commentato l’assessore alle Politiche Culturali del Comune di Genova Barbara Grosso – consentono al Museo della Città di rappresentare un vero e proprio simbolo della nostra storia. Una città stratificata dove ogni pietra racconta un’epoca e dove si può intraprendere un viaggio nel tempo. Si tratta di rinvenimenti assolutamente in linea con la mission del Museo e naturalmente è intenzione dell’amministrazione comunale promuovere ogni forma di sinergia con gli altri enti per inserirli in un percorso scientifico all’interno della Loggia. Si tratta infatti di suggestivi elementi che, arricchiranno l’attrattività del futuro polo museale».
«Il rinvenimento di una porzione cosi ben conservata della città – ha sottolineato la Soprintendente Manuela Salvitti – è una conferma della collocazione strategica della Loggia di Banchi e della ricchezza archeologica conservata nel sottosuolo di Genova. Lavoreremo di concerto con le istituzioni locali per valorizzare questa importante scoperta all’interno del nuovo contenitore museale che, proprio grazie a queste scoperte, acquista il compito e l’opportunità di arricchirsi di nuovi e significativi spunti progettuali».
«C’è un mondo affascinante qui sotto, un passato che oggi ci parla – ha detto l’assessore alla cultura della Regione Liguria Ilaria Cavo –. La scelta del Comune di far nascere alla Loggia di Banchi il museo della Città, impostato su un importante ruolo delle proiezioni multimediali, è stata premiata da questa scoperta preziosissima di materia, che parla, è visibile, tangibile. Un regalo straordinario che la storia ci fa. È un sito di grandi dimensioni in grado di mostrare cosa era la Genova prima degli espropri e della costruzione della Loggia di Banchi. La stratificazione dei resti visibilmente riferiti a secoli diversi permetterà di ricostruire quello che accadeva nel cuore di Genova nelle varie epoche a dimostrazione della sua centralità, del suo essere città di famiglie, di scambi, di commerci. Questa possibilità di visione e fruizione immediata, abbinata ad un uso mirato del multimediale, permetterà qui un’esperienza che tutti insieme sapremo valorizzare, con il Comune e con una Soprintendenza lungimirante nel capire l’importanza degli scavi in questa zona, per un racconto vivo dai resti romani ad oggi».
c.s.
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